Piazzale Michelucci è lo spazio esterno più suggestivo dell’Aurum: situato al piano terra, accoglie manifestazioni estive, esposizioni, cinema serale, concerti, spettacoli teatrali e conviviali, incorniciandoli di una prestigiosa atmosfera. Il piazzale è di forma circolare, con le corti laterali che sembrano avvolgere il visitatore e che si sviluppano su due livelli: il primo è occupato dai locali oggi riservati all’Archivio di Stato di Pescara e vede grandi aperture quadrangolari che contrastano con le grandi finestre arcuate del secondo piano. La spettacolarità della piazza aumenta nel momento in cui si volge lo sguardo verso l’alto: nella sua progettazione infatti l’architetto Michelucci, autore dell’ampliamento della fabbrica voluto dalla famiglia Pomilio, è riuscito a non sbarrare la visuale verso l’alto nonostante l’aggiunta di un terzo piano grazie alla presenza di una terrazza continua che circonda l’ultimo piano e che amplia lo sguardo verso il cielo.
Giovanni Michelucci (Pistoia 1891- Firenze 1990)
Giovanni Michelucci nasce a Pistoia, da una famiglia proprietaria di una fonderia per la lavorazione del ferro. Si diploma all’Istituto Superiore di Architettura e fin dagli anni giovanili si dedica all’arte incisoria, anche se la sua vera vocazione era l’architettura e l’urbanistica. Nel 1916 è chiamato al fronte, durante il Primo Conflitto mondiale, e proprio a Caporetto realizza la sua prima opera architettonica: una piccola cappella a pianta quadrata, con campanile e dotata di un’apertura su un angolo della facciata che consentiva ai militari di assistere alle funzioni liturgiche dal prato antistante. La svolta definitiva della sua carriera si ha nel 1933, quando gli viene affidato il progetto per la stazione di Santa Maria Novella a Firenze, e grazie a questo lavoro acquista fama internazionale. Già da queste prime opere è chiaro come l’intento di Michelucci sia di inserirsi in un contesto storico ben radicato senza alterare la percezione d’insieme.
Gli anni successivi si caratterizzano principalmente per l’esecuzione di progetti riguardanti l’architettura sacra, che mostrano però quali saranno i temi cari a Michelucci e alla sua opera: spazi percorribili e razionali, rapporto tra diversi materiali e la plasticità delle superfici. Un’architettura dunque concepita attorno all’uomo e all’uso che lui stesso ne fa, capace di soddisfare i bisogni della società contemporanea. Ed è su questo principio che si basa la progettazione dell’ampliamento dell’Aurum del 1938.
Michelucci proseguì la sua attività per molti anni, anche in età avanzata. Muore nel 1990, alla vigilia del suo centesimo compleanno.
La sua è stata una vita lunga ben un secolo, e ciò gli ha permesso di attraversare e vivere le vicende trasformatrici che hanno caratterizzato tutto il ‘900, secolo di cui è stato uno dei maggiori protagonisti nel campo architettonico.
AA.VV., Giovanni Michelucci. Disegni 1935-1964, Reggio Emilia, 2002.
P. Bechi, Giovanni Michelucci borsa merci, in “Area” n. 71, nov/dic 2003
A. Belluzzi, C. Conforti, Giovanni Michelucci. Catalogo delle opere, Milano 1990.
F. Borsi (a cura di), Giovanni Michelucci, Firenze 1966.
I. Camporeale, F. Verde, Arte e società civile. La chiesa di Longarone. Intervista con l’architetto G. Michelucci, in “Vita Sociale”, 129/1, 1968, pp. 11-27.
C. Conforti, R. Dulio, M. Marandola, Giovanni Michelucci 1891-1990, Electa, Milano 2006.
Fondazione Michelucci, Giovanni Michelucci, Studi per la ricostruzione della zona di Ponte Vecchio a Firenze 1945-46″, scheda in “AAA Italia. Bollettino n.9/2010”, pagg. 35-36, maggio 2010.
G. Michelucci, La felicità dell’architetto (1948-1980), Tellini, Pistoia 1981.
S. Sodi (a cura di), Giovanni Michelucci e la Chiesa italiana, Druento 2009.
Piazzale Michelucci
Piazzale Michelucci è lo spazio esterno più suggestivo dell’Aurum: situato al piano terra, accoglie manifestazioni estive, esposizioni, cinema serale, concerti, spettacoli teatrali e conviviali, incorniciandoli di una prestigiosa atmosfera. Il piazzale è di forma circolare, con le corti laterali che sembrano avvolgere il visitatore e che si sviluppano su due livelli: il primo è occupato dai locali oggi riservati all’Archivio di Stato di Pescara e vede grandi aperture quadrangolari che contrastano con le grandi finestre arcuate del secondo piano. La spettacolarità della piazza aumenta nel momento in cui si volge lo sguardo verso l’alto: nella sua progettazione infatti l’architetto Michelucci, autore dell’ampliamento della fabbrica voluto dalla famiglia Pomilio, è riuscito a non sbarrare la visuale verso l’alto nonostante l’aggiunta di un terzo piano grazie alla presenza di una terrazza continua che circonda l’ultimo piano e che amplia lo sguardo verso il cielo.
Giovanni Michelucci (Pistoia 1891- Firenze 1990)
Giovanni Michelucci nasce a Pistoia, da una famiglia proprietaria di una fonderia per la lavorazione del ferro. Si diploma all’Istituto Superiore di Architettura e fin dagli anni giovanili si dedica all’arte incisoria, anche se la sua vera vocazione era l’architettura e l’urbanistica. Nel 1916 è chiamato al fronte, durante il Primo Conflitto mondiale, e proprio a Caporetto realizza la sua prima opera architettonica: una piccola cappella a pianta quadrata, con campanile e dotata di un’apertura su un angolo della facciata che consentiva ai militari di assistere alle funzioni liturgiche dal prato antistante. La svolta definitiva della sua carriera si ha nel 1933, quando gli viene affidato il progetto per la stazione di Santa Maria Novella a Firenze, e grazie a questo lavoro acquista fama internazionale. Già da queste prime opere è chiaro come l’intento di Michelucci sia di inserirsi in un contesto storico ben radicato senza alterare la percezione d’insieme.
Gli anni successivi si caratterizzano principalmente per l’esecuzione di progetti riguardanti l’architettura sacra, che mostrano però quali saranno i temi cari a Michelucci e alla sua opera: spazi percorribili e razionali, rapporto tra diversi materiali e la plasticità delle superfici. Un’architettura dunque concepita attorno all’uomo e all’uso che lui stesso ne fa, capace di soddisfare i bisogni della società contemporanea. Ed è su questo principio che si basa la progettazione dell’ampliamento dell’Aurum del 1938.
Michelucci proseguì la sua attività per molti anni, anche in età avanzata. Muore nel 1990, alla vigilia del suo centesimo compleanno.
La sua è stata una vita lunga ben un secolo, e ciò gli ha permesso di attraversare e vivere le vicende trasformatrici che hanno caratterizzato tutto il ‘900, secolo di cui è stato uno dei maggiori protagonisti nel campo architettonico.
Opere
Bibliografia essenziale